Timide ambizioni: la politica migratoria e di sicurezza europea nel Sahel

Alcuni leader europei credono che la stabilizzazione del Sahel sia cruciale per il futuro del progetto europeo

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L’UE è sempre più presente nel Sahel per assicurare alla regione sicurezza e sviluppo. In un nuovo Rapporto ECFR, Andrew Lebovich, Visiting Fellow, sostiene che l’UE debba investire maggiore impegno affinché le iniziative nella regione rispecchino la reale visione strategica europea.  L’Europa dovrebbe contribuire alla stabilità regionale nel lungo periodo, piuttosto che lasciare spazio ad iniziative di breve termine e ad interessi politici. Solo allora sarà possibile per il Sahel raggiungere la stabilità in un contesto in cui una moltitudine di attori internazionali si dividono potere ed influenza, iniettando una spaventosa quantità di denaro all’interno di una delle regioni più povere del mondo.

Andrew Lebovich analizza inoltre l’implementazione dei programmi europei nel Sahel, a seguito della recente rielezione del Presidente maliano Ibrahim Boubacar Keita e la partenza, oltre che dei due capi missione europei in Niger e Mali, anche di molti altri funzionari UE.

L’UE dovrebbe:

  • Offrire alle missioni CSDP maggiore consulenza politica e tecnica.
  • Evitare di sviluppare programmi ad hoc distaccati da più ampie strategie istituzionali.
  • Fare maggiore pressione sui governi di Niger e Mali affinché perseguano una sostanziale riforma del settore della sicurezza e sviluppino strategie nazionali di lungo periodo.
  • Sostenere le pratiche di buon governo, specialmente nel settore della giustizia.
  • Garantire che le missioni CSDP abbiano successo nel sviluppare tale approccio, altrimenti il loro impatto diretto sarebbe limitato.   

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