La turbolenta transizione in Georgia: cosa può fare l’Europa

Una nuova era per le relazioni fra UE e Georgia?

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La transizione avviata in Georgia con la fine dell’era Saakashvili si sta rivelando complessa: la nuova coalizione di governo di Bidzina Ivanishvili è sotto pressione per le alte aspettative ed è priva di una chiara strategia per il futuro del paese. Il sostegno dell’Europa potrebbe fare la differenza.

La Georgia è in una transizione iniziata un decennio fa. Da nazione vicina al fallimento a nazione decisa a diventare una democrazia compiuta. Fino ad oggi, la politica dell’Ue nei confronti della Georgia non ha presentato grosse difficoltà. Ora però l’Europa deve fare di più: accrescere la fiducia reciproca e allineare il proprio sostegno con i bisogni reali della Georgia.

Jana Kobzova sostiene che l’Europa dovrebbe:

·        Inviare una missione di espertiche si occupino dell’assistenza finanziaria che l’Ue già fornisce, per esempio in aree come sviluppo regionale e agricoltura.

·        Muovere critiche al governo quando necessario, sulla base di valutazioni imparziali dei progressi fatti. L’atteggiamento del governo nei confronti dell’opposizione politica dovrebbe essere pertanto sotto i riflettori. L’Europa ha inoltre bisogno di comunicare meglio con la popolazione georgiana e la classe politica, valorizzando le opportunità offerte da una più forte integrazione.

·      Sostenere l’economia, con particolare attenzione alla crescita sia nel breve periodo che sostenibile negli anni.

Secondo Jana Kobzova, “Le principali forze politiche georgiane si trovano di fronte ad una scelta: imparare a coesistere con una cultura politica democratica oppure continuare con il loro approccio a somma zero nei confronti della politica. La prima scelta porterebbe la Georgia più vicina all’Europa; il secondo rischia di allontanare il paese non solo dalla popolazione ma anche dagli alleati occidentali”.

Alcuni dati utili per comprendere la situazione in Georgia:

  • La coalizione Georgian Dream di Bidzina Ivanishvili ha sconfitto il partito di Mikheil Saakashvili, United National, alle elezioni parlamentari dell’ottobre 2012.
  • ·La crescente disillusione nei confronti di Saakashvili è stata una delle ragioni principali della vittoria di Ivanishvili. Le ampie disponibilità economiche di quest’ultimo gli hanno inoltre consentito di competere ad armi pari.
  •  Nel 2012 gli investimenti diretti esteri sono crollati del 22%, a 865.2 milioni di dollari, e la crescita ha registrato un sensibile rallentamento. L’apertura dell’economia ha aiutato Saakashvili ad entrare nelle grazie dei paesi occidentali ma ha anche reso il paese vulnerabile a eventi come la crisi finanziaria e la percezione che i mercati possono avere rispetto all'instabilità politica del paese. 

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