In bilico tra due alleati: Europa e dipendenza irachena da Iran e Stati Uniti

Crescenti tensioni tra USA ed Iran, il risveglio dell’ISIS, crisi economica e conseguenze del Covid19 mettono a rischio la già delicata stabilità dell’Iraq

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Dopo la lunga lotta contro lo  Stato islamico (ISIS), l'Iraq si sta ora battendo per la pace, trovandosi di fronte a grandi sfide per raggiungere la stabilità.

Trovatasi nel mezzo del fuoco incrociato delle crescenti tensioni tra Stati Uniti ed Iran e il risveglio dell'ISIS, la leadership irachena è paralizzata sia dall'impasse politica che dall'imminente collasso economico. Il potenziale di deterioramento delle condizioni in Iraq dovrebbe preoccupare i governi europei che hanno già investito notevoli risorse per sconfiggere l'ISIS e stabilizzare il paese.

Il recente calo dei prezzi del petrolio e le conseguenze del Covid19 hanno messo in luce la fragilità della situazione finanziaria dell'Iraq, con l'economia del paese destinata a contrarsi del 10% nel 2020. Questa pressione economica rischia di creare nuova instabilità e di offrire un terreno favorevole per l'ISIS, che sta già sferrando un numero crescente di attacchi nelle zone rurali dell'Iraq.

Nel suo nuovo policy brief, Sajad Jiyad, Visiting Fellow ECFR, esamina le sfide che il nuovo governo iracheno si trova a dover affrontare, analizzandone le implicazioni per i paesi europei. La rivalità tra Stati Uniti ed Iran potrebbe influenzare la stabilità del paese indebolendone il progresso politico ed economico.

Tra i risultati principali della ricerca:

  • L'Iraq si trova ad affrontare serie sfide politiche, economiche e di sicurezza, tra cui il risveglio dell'ISIS e le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Iran.
     
  • Dopo le proteste dello scorso autunno, la scelta di Mustafa al-Kadhimi come primo ministro ha sbloccato l'impasse politica del Paese e ha offerto un piccolo margine di opportunità.
     
  • La capacità di Kadhimi di realizzare le riforme necessarie sarà limitata dalla mancanza di una base politica indipendente e dal fatto che il potere rimane fortemente radicato nelle élites politiche che dominano il Paese dal 2003.
     
  • Un ulteriore deterioramento della situazione economica, di sicurezza e politica dell'Iraq avrà un impatto negativo sugli interessi europei, aggravando questioni come la lotta al terrorismo, la gestione dei flussi migratori regionali e la necessità di allentare le tensioni tra Iran e Stati Uniti.
     
  • L'Europa dovrebbe sostenere il governo Kadhimi nell'intraprendere riforme politiche ed economiche, nell'affrontare la rivalità tra Stati Uniti e Iran e nel raggiungere una maggiore autonomia, assumendo un ruolo maggiore in materia di sicurezza per ridurre la dipendenza dell'Iraq dagli Stati Uniti e dall'Iran. 

Il panorama politico e di sicurezza dell'Iraq è da tempo molto complesso e gli attori europei sono stati spesso secondari rispetto ad Iran e Stati Uniti. Ma è chiaro che sia l'opinione pubblica irachena che il nuovo governo sono alla ricerca di una nuova serie di partnership.

La ricerca di un giusto equilibrio da parte degli iracheni offre un’opportunità per un maggiore impegno europeo per offrire soluzioni alternative a quelle presentate dai partner tradizionali dell'Iraq. L'Europa dovrebbe cercare di sfruttare lo slancio politico creato dalla formazione del nuovo governo iracheno e dai negoziati Stati Uniti-Iraq per definire le proprie partnership e politiche con Baghdad.

ECFR non assume posizioni collettive. Le pubblicazioni di ECFR rappresentano il punto di vista degli autori.