Il conflitto siriano e l’impatto sulla regione

Come gli attori regionali influenzano il conflitto in Siria

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A due anni dall’inizio della rivolta contro Assad, la Siria è travolta da una profonda e sanguinosa guerra civile con conseguenze significative anche per la regione. Alcuni stati vicini cercano di influenzare il conflitto mentre altri stanno facendo pressione per contenere il diffondersi delle tensioni a livello regionale.

Il nuovo rapporto ECFR “The regional struggle for Syria” , raccoglie otto analisi su Iran, Iraq, gli Stati del Golfo, Libano,  Giordania,  Turchia, Israele e  curdi, per capire gli interessi e le ambizioni di questi attori nella regione.

Gli autori, Julien Barnes-Dacey e Daniel Levy, analizzano la natura del conflitto e ne identificano le origini nella lotta per l’egemonia scaturita dalla guerra in Iraq del 2003. La guerra in Siria rappresenta infatti un’opportunità per gli stati sunniti della regione per ribaltare l’ordine creatosi.

La Siria è dunque il campo di battaglia per questo conflitto strategico, con conseguenze devastanti e settarie per la regione. Alcuni degli stati vicini stanno complicando la situazione, mischiando troppi interessi in gioco, dal rafforzamento dei gruppi ribelli, alla difesa della sicurezza di Israele fino alla creazione di una regione curda autonoma.

Sebbene il conflitto sia di natura domestica, è ormai diventato l’epicentro di uno scontro allargato con implicazioni per una regione in continuo cambiamento, con la conseguente complicazione di una qualsiasi risoluzione politica finalizzata al contenimento degli scontri.

Secondo Julien Barnes-Dacey “Tutti gli attori regionali dovranno prendere parte alla risoluzione del conflitto in Siria. L’esclusione dell’Iran da qualsiasi accordo porterà il processo di pace al fallimento. Dobbiamo invece capire qual è la posta in gioco per tutti gli attori convolti per  una soluzione pragmatica”.

Per Daniel Levy “Il rischio di contagio regionale è sostanziale. Bisogna isolare i paesi vicini dall’instabilità e allontanarli dal conflitto, altrimenti la violenza, la sofferenza e l’incitamento settario si diffonderanno in tutta la regione.

ECFR non assume posizioni collettive. Le pubblicazioni di ECFR rappresentano il punto di vista degli autori.