EU-Cina Summit, una nuova strategia europea verso l’Asia

Una nuova strategia dell’Europa verso l’Asia

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Il summit di questa settimana tra l’UE e la Cina – il primo con la nuova leadership cinese – potrebbe essere l’inizio di una nuova e ambiziosa relazione tra Pechino e Bruxelles. Tuttavia il cammino è ancora in salita. La Cina ha rallentato l’accordo di partnership e cooperazione e rimane ancora da verificare se l’accordo per gli investimenti proposto rappresenti un passo avanti. La leadership cinese non renderà facile il raggiungimento di un nuovo accordo.

Quasi in contemporanea, il summit UE-Giappone ha prodotto un accordo senza precedenti – sia in termini commerciali che di sicurezza: l’UE sosterrà iniziative diplomatiche tese ad allentare le tensioni marittime nell’Asia orientale.  Il Vertice ha inoltre compiuto passi in avanti verso la conclusione di un Accordo di libero scambio, sebbene le trattative siano oscurate dal negoziato principale sul partenariato transpacifico sostenuto dagli Stati Uniti.

Questi eventi evidenziano come sia necessaria una politica europea verso l’Asia più determinata. Nel nuovo policy brief di ECFR “Divided Asia: the implications for Europe”, François Godement sostiene che l’Europa debba sviluppare una nuova strategia asiatica “Honest, ambitious and, above all, regional”. Tale strategia dovrebbe includere:

•          Un Partenariato Europa – Asia: gli accordi commerciali bilaterali non sono più sufficienti per l’UE. L’Europa ha bisogno di creare un accordo di scambio e investimenti regionale che possa fare da contraltare alla partnership transpacifica sostenuta dagli USA offrendo anche alla Cina la possibilità di aderirvi. In caso contrario, l’Europa rischia di restare indietro nell’accesso a quei mercati che sono in continua espansione.

•          Un focus sulla sicurezza energetica regionale: l’Asia ha bisogno di nuove risorse energetiche per la sua crescita. L’Europa dovrebbe dare priorità al rafforzamento della sicurezza energetica attraverso iniziative comuni, quali limitare l’uso di sanzioni e boicottaggi alla creazione di un accordo sui diritti di navigazione e la condivisione delle risorse e della sorveglianza delle zone economiche esclusive.

•          Una strategia comune per la vendita di armi europee in Asia: il commercio di armi sta crescendo esponenzialmente grazie alla corsa agli armamenti regionale di cui l’Europa è uno dei protagonisti. In Asia l’Europa è un attore di sicurezza molto più importante di quanto l’Europa stessa creda. Tuttavia la mancanza di una strategia comune europea continua ad indebolire l’influenza dell’Europa stessa nella regione.

Secondo François Godementl’approccio europeo verso l’Asia non è in linea con le tendenze del continente. L’Asia non è interessata ad importare dall’Occidente le istituzioni multilaterali per la sicurezza e l’arbitrato internazionale, e l’UE dovrebbe desistere dal cercare di applicare trasferire le proprie esperienze post-belliche al contesto asiatico”.

 

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