Cosa farà il Qatar?

La nuova politica estera del Qatar

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ll Qatar è diventato uno degli attori più influenti nella regione del Golfo.

Conosciuto per il notevole sviluppo delle infrastrutture, per l’assegnazione della Coppa del Mondo del 2022, per l’espansione di investimenti energetici all’estero e per il sostegno ai gruppi islamici, il Qatar è un attore dinamico nella politica estera, destinato a rimanere a lungo sotto i riflettori internazionali.

Nel nuovo policy brief di ECFR “Qatar’s leadership transition: like father, like son” Andrew Hammondanalizza le principali sfide domestiche e internazionali sotto la nuova leadership di Tamim.

Tra le previsioni politiche:

Tamim imposterà la politica interna in modo da affrontare le preoccupazioni dei qatarini sul rapido sviluppo in vista della Coppa del Mondo del 2022, limitando l’azione di politica estera e di investimenti stranieri che dal 1995 ha avuto una crescita esponenziale.

Nei prossimi anni, le vaste risorse naturali assicureranno al Qatar un ruolo di primo piano per la sicurezza energetica di molti paesi.

La leadership politica continuerà a criticare l’Egitto per le misure contro la Fratellanza Musulmana e la detenzione del deposto presidente Morsi, esacerbando così il già esistente antagonismo tra Qatar e Egitto, quest’ultimo sostenuto invece da Arabia Saudita ed Emirati.

L’innovazione qatarina è stata identificare nel movimento dell’Islam politico quale fulcro per una rinascita araba. Pertanto, il Qatar continuerà a sostenere la Fratellanza Musulmana in Siria in quanto unica forza islamica moderata con cui l’Occidente possa relazionarsi.

Doha rimarrà “un’oasi dell’Islam” all’interno del Golfo e più in generale del mondo arabo, un luogo in cui i partiti islamisti possano incontrarsi regolarmente e influenzare la vita pubblica attraverso Al Jazeera, l’arma mediatica pan-araba del Qatar.

Secondo Andrew Hammond“il Qatar ha contatti, costruiti negli anni, con i movimenti islamisti su cui esercita una notevole influenza. Non c’è nessun segnale che il Qatar possa abbandonare la convinzione di un Islam politico come fulcro della politica araba. La nuova leadership intende continuare a costruire un’identità politica, economica, religiosa e culturale diversa e indipendente. Il paese rimarrà in grado di sostenere l’Ue nel suo coinvolgimento nel Golfo e nella regione grazie ai propri legami con i movimenti islamici e alle relazioni con quei paesi minori del Golfo che hanno resistito alle richieste saudite di distanziarsi dall’Iran”

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