La decisione di Trump sull’Iran: è tempo per l’Europa di reagire

Sei priorità per l'UE e gli Stati Membri per salvaguardare l'Accordo sul nucleare con l'Iran

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Nonostante mesi di negoziati tra Stati Uniti e E3 per scongiurare una crisi non necessaria sull’Accordo nucleare iraniano, il Presidente Trump ha annunciato l’uscita drastica dal trattato. Questa decisione dimostra quanto gli Stati Uniti considerino il confronto con l’Iran tanto necessario quanto inevitabile, checché ne pensino gli alleati europei. L’amministrazione Trump sembra pronta a rinfocolare le tensioni con Teheran, e promuovere l’implosione dell’economia iraniana attraverso modalità che in definitiva aumentano il rischio di una maggiore escalation militare in Medio Oriente. Inoltre, nelle prossime settimane, gli Stati Uniti appaiono determinati a guidare un assalto economico e politico agli interessi europei.

Il gruppo degli E3 dovrebbe prendere atto che la propria strategia negoziale, basata su un atteggiamento accomodante e conciliatorio nei confronti di Trump, si è dimostrata un fallimento. Se l’Europa è chiamata ad avere qualunque tipo di influenza sulle future politiche americane riguardo l’Iran, i governi europei dovrebbero velocemente cambiare approccio, adottando una più assertiva tattica diplomatica mirata a scongiurare lo scenario peggiore in cui l’Iran rinnova il programma nucleare ed instabilità e violenza crescono in una regione così vicina ai propri confini.

I governi europei sono chiaramente inclini a pensare che il ritardo nell’implementazione delle sanzioni significhi avere ancora tempo per persuadere il presidente americano a invertire la rotta. Tuttavia Trump ha agito secondo la promessa fatta di ritirarsi dall’Accordo. Su questo fronte, è ora sostenuto da consiglieri che hanno sempre avuto posizioni dure nei confronti dell’Iran, non soltanto rispetto all’Accordo nucleare, ma anche sul versante del cambiamento di regime politico nel Paese. È chiaro come oggi l’attuale amministrazione americana non possa più essere un alleato nella salvaguardia dell’Accordo.

Alla luce di questo contesto, l’UE e gli Stati Membri dovrebbero dare ora priorità ai seguenti punti d’azione:

 

  1. Dovrebbero approfittare del prossimo Consiglio Europeo di Sofia, del 17 maggio, per condannare all’unanimità la decisione americana di ritirarsi da un accordo multilaterale sulla sicurezza globale ed sottolineare la responsabilità per ogni eventuale situazione di instabilità dell’amministrazione americana.

 

  1. I leader europei dovrebbero rifiutare ogni ulteriore negoziato tra E3 e Stati Uniti fondato su una strategia più ampia sull’Iran, inclusa la prospettiva di sanzioni aggiuntive a danno dell’Iran, fino a quando e salvo che l’amministrazione Trump non predisponga i necessari aggiustamenti per minimizzare l’applicazione di sanzioni secondarie a scapito delle aziende europee che commerciano con l’Iran.

 

  1. I governi europei dovrebbero dare priorità quelle misure volte a mantenere l’Iran fedele all’Accordo. L’UE ed il gruppo E3 dovrebbero incontrare la controparte iraniana per trovare un punto d’incontro su possibili piani alternativi. I governi europei dovrebbero inoltre ricordare al governo e all’opinione pubblica iraniana i motivi per cui l’Accordo debba essere mantenuto e quanto questo sia utile agli interessi del Paese. Si dovrebbero enfatizzare gli immediati benefici economici derivanti da una sostenuta esportazione di petrolio (che l’Europa deve promettere rimarrà una priorità). In questo sforzo finalizzato a motivare l’Iran, l’Europa dovrebbe collaborare con Russia e Cina, le altre parti dell’Accordo.

 

  1. L’approccio europeo dovrebbe includere la formulazione di chiare condizioni legali per i settori strategici di commercio con l’Iran, con l’obiettivo di proteggere quegli accordi commerciali europei ritenuti cruciali per il successo e la sopravvivenza dell’Accordo (nello specifico, quelli nel campo dell’energia, aviazione e dell’industria automobilistica). I’UE e l’E3 dovrebbero assicurare esenzioni e tagli alle possibili sanzioni applicate dall’amministrazione americana ai danni delle compagnie energetiche europee e dei servizi finanziari che permettono l’importazione di petrolio dall’Iran e i relativi pagamenti. A questo fine, gli Stati europei dovrebbero inaugurare delle consultazioni riguardo alle contromisure da adottare nei confronti degli Stati Uniti. Queste dovrebbero includere le minacce di carattere sia politico che legale riguardo non solo la possibilità che l’Europa ripristini il Regolamento europeo relativo alla protezione dagli effetti extraterritoriali di una normativa adottata in un paese terzo, ma che l’imposizione di nuove multe nei confronti dei beni delle compagnie americane con base in Europa, come strategia di recupero dalle ingiuste e illegali contravvenzioni  imposte alle società europee che fanno affari con l’Iran. I leader Europei dovranno insistere molto su questa linea nei confronti dell’amministrazione Trump, sottolineando come essa sia un problema critico per i rapporti transatlantici, così come per la continuità della cooperazione sulle questioni regionali in Medio Oriente.

 

  1. Inoltre, i governi europei dovrebbero promuovere soluzioni per salvaguardare, seppur a minore intensità, i rapporti bancari con l’Iran, anche attraverso la connessione temporanea delle banche centrali dei Paesi UE con la Banca Centrale iraniana, al fine di creare delle linee di credito di emergenza. Il Servizio Europeo per l’Azione Esterna (EEAS) dovrebbe accelerare la coordinazione tra i principali Stati Membri, le loro agenzie di credito e le banche a guida statale, al fine di ideare nuovi meccanismi bancari che permettano un certo grado di condivisione del rischio tra i governi e il settore finanziario che si occupa del commercio con l’Iran. Questo sforzo dovrebbe essere facilitato da un approccio pan-europeo inteso alla creazione di appositi mezzi per finanziare il commercio e gli investimenti con l’Iran in settori specifici. L’EEAS dovrebbe anche rilanciare le proposte già esistenti di riforma della Banca Europea per gli Investimenti, affinché essa diventi l’istituzione garante di investimento di medio e lungo periodo sul territorio iraniano.

 

  1. Ora più che mai gli Stati europei dovrebbero mantenere un dialogo con l’Iran anche sul tema dei missili balistici, dato che l’uscita degli Stati Uniti dall’Accordo sta già alimentando una più ampia escalation regionale. In particolare, è possibile che Trump si coordini con i propri alleati in Medio Oriente per far si che all’uscita dall’Accordo si accompagni una più decisa condanna all’Iran. Germania, Francia, Regno Unito e Italia dovrebbero accelerare e formalizzare i negoziati regionali appena inaugurati con Teheran, includendo l’impegno a sostenere una possibile distensione tra l’Iran e Israele in Siria, dove la situazione diventa progressivamente più complicata.

In conclusione, l’Europa potrebbe non essere in grado di salvaguardare l’Accordo nucleare. Tuttavia, se i leader europei vogliono sostenere la non proliferazione nucleare e ridurre l’instabilità della regione, devono dimostrare a Stati Uniti ed Iran di essere almeno pronte a provarci. Permettere il collasso dell’Accordo nucleare senza un’adeguata battaglia potrebbe generare immediate e disastrose conseguenze in Medio Oriente, nonché ridurre sensibilmente il peso dell’Europa nelle questioni di sicurezza globale. L’Europa deve affrontare una scelta critica e storica e mostrarsi politicamente disponibile ad avanzare i propri interessi nell’ambito della sicurezza attraverso una solida strategia diplomatica. 

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