Il Grand Tour europeo di Letta

Subito dopo aver ottenuto il voto di fiducia in entrambe le camere del Parlamento italiano, il giovane primo ministro è partito per un tour europeo, cominciato con una visita alla Merkel, a cui Enrico Letta ha detto che è necessario “comprendere che questa crisi non ha trovato soluzione perché non c’è stata abbastanza Europa”. Ha inoltre affermato che il suo è un governo fortemente europeo, e ha rimarcato che l’Europa ha ottenuto grandi risultati quando l’Italia e la Germania hanno lavorato assieme, unite da una vocazione federalista.

Il Grand Tour europeo di Letta

Subito dopo aver ottenuto il voto di fiducia in entrambe le camere del Parlamento italiano, il giovane primo ministro è partito per un tour europeo, cominciato con una visita alla Merkel, a cui Enrico Letta ha detto che è necessario “comprendere che questa crisi non ha trovato soluzione perché non c’è stata abbastanza Europa”. Ha inoltre affermato che il suo è un governo fortemente europeo, e ha rimarcato che l’Europa ha ottenuto grandi risultati quando l’Italia e la Germania hanno lavorato assieme, unite da una vocazione federalista.

Conoscendo Letta, l’enfasi sull’Europa non stupisce, Prima di partire per il tour Berlino-Parigi-Bruxelles ha affermato che “l’Unione Europea è lo spazio politico giusto dove rilanciare la speranza. L’Unione Europea è il nostro viaggio, scritto da noi; il nostro orizzonte.” Durante la sua visita in Germania ha dunque approfondito la tematica affermando che:

 “La missione principale di questo governo è quella di raggiungere quattro obiettivi: l’unione bancaria, l’unione economica, l’unione fiscale e l’unione politica. Solo se riusciremo ad ottenere questi obiettivi saremo capaci di trovare una soluzione alle nostre situazioni nazionali. Tutti assieme, in quanto cittadini europei, dobbiamo costruire più Europa.”

Tornando all’Italia, i ministri di maggior spessore di Letta si occupano di affari europei. Emma Bonino al Ministero degli Esteri è “un’europeista convinta e una forza dinamica nella politica Ue” ed apporterà dinamismo, conoscenza ed esperienza. Enzo Moavero Milanesi agli Affari europei è stato artefice della risurrezione della credibilità dell’Italia sotto il governo Monti, e ha un notevole background europeo. Fabrizio Saccomani (ex Direttore generale di Bankitalia) all’Economia è anch’egli un interlocutore rispettato per i partner europei ed internazionali.

Sebbene il grand tour di Letta abbia un itinerario simile a quello di Mario Monti quando ottenne l’incarico, la missione è diversa. Monti doveva riconquistare credibilità per l’Italia e rassicurare gli investitori stranieri partner europei che un “nuovo scenario greco” non era dietro l’angolo. Come affermò allora, doveva “trasformare l’Italia in un elemento di forza e non di debolezza nell’Unione europea”: un obiettivo difficile, perseguito con grande successo. Meno efficace è stato il tentativo di mitigare le misure di austerità. Già nel febbraio del 2012, Monti ci provò promuovendo una lettera (assieme ad altri 11 leader europei) con cui si proponeva ai Presidenti della Commissione e del Consiglio europeo un “piano per la crescita”. Ma dopo è seguito un anno di austerità che ha peggiorato la recessione e spinto la disoccupazione a livelli spaventosi. Secondo le ultime statistiche, il numero di disoccupati in Italia è di 2.95 milioni in marzo, 297.000 in più rispetto allo stesse mese nel 2012. La disoccupazione giovanile in aprile ha raggiunto un record del 38,5 per cento. Nel frattempo il tasso di inflazione è sceso al 1,2 per cento questo mese, il livello più basso da febbraio 2010. In risposta a ciò, il nuovo premier ha annunciato che il governo affronterà tre questioni principali: “l’emergenza sociale ed economica, la riforma della politica, ed il futuro dell’Italia in Europa oltre al futuro dell’Europa stessa, che ha bisogno di trovare nuova motivazione”. Letta dunque ha di fronte una sé una sfida tanto formidabile quanto quella di Monti, sebbene sia in una posizione migliore in Europa: se Monti doveva fare i conti con l’eredità di Berlusconi, Letta può fare affidamento sul buon lavoro svolto con i partner europei da Monti stesso.

Dopo Berlino, Letta incontrerà François Hollande a Parigi prima di spostarsi a Bruxelles, dove dovrebbe trovare un clima di maggiore benvenuto. Il Presidente della Commissione europea ha già offerto il suo sostegno a Letta, dicendo “sono sicuro di poter contare sul suo impegno relativamente alla continuazione del processo di riforme in modo che, tutti insieme, gli europei possano fronteggiare le sfide poste dalla crisi, possibilmente con un rilancio della crescita e dell’occupazione.” Il nuovo Primo ministro cercherà anche di ottenere maggiore flessibilità sulle restrizioni di bilancio imposte dall’Ue, per contribuire ad alimentare la crescita e creare posti di lavoro in Italia e in tutta l’Unione.

Nel frattempo, anche Silvio Berlusconi ha imposto le sue condizioni: “Dobbiamo andare a negoziare in Europa. La crisi ha le sue radici nelle misure imposte dall’Ue. Dobbiamo ridiscutere gli impegni presi”.

Letta sembra consapevole di quanto sarà dura la sua missione. Prima di partire, ha paragonato il nuovo governo di coalizione alla figura biblica di David “di fronte al Golia delle sfide immense”, aggiungendo che si dimetterà nel caso non dovesse riuscire a realizzare i suoi punti programmatici nell’arco dei prossimi 18 mesi.

 

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